Programma

venerdì 26 maggio 2017
Biblioteca Nazionale di Napoli
Sala Rari

Ore 10.00      

Apertura dei lavori

  • Francesco Mercurio, direttore Biblioteca Nazionale di Napoli “Vittorio Emanuele III”
  • Raffaele Del Giudice, vice sindaco del Comune Di Napoli
  • Luigi Amodio, direttore Fondazione IDIS-Città della Scienza
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Ore 10.30

Prima sessione: Anticipare vincoli e opportunità per il benessere collettivo
Modera: Ferruccio Diozzi, Amici di Città della Scienza

[showhide type=”mod” more_text=”Leggi l’abstract” less_text=”Nascondi l’abstract” hidden=”yes”]La previsione sociale ha necessità di coniugare voci diverse che provengano da ambiti disciplinari eterogenei. È quello che si vuole fare in questa sessione dove saranno analizzati i cambiamenti ambientali, l’evoluzione demografica, l’impatto delle tecnologie, gli elementi più significativi e/o critici dell’attuale sviluppo economico-sociale.[/showhide]

Un piano a medio termine per l’ambiente italiano
Giorgio Nebbia, emerito dell’Università di Bari
[showhide type=”1″ more_text=”Leggi l’abstract” less_text=”Nascondi l’abstract” hidden=”yes”]Vengono indicate le azioni da compiere nei prossimi quindici anni per risolvere alcune delle principali emergenze ambientali. Vengono esaminati i settori dell’edilizia e dell’organizzazione del traffico urbano; la transizione verso fonti di energia meno inquinanti; i provvedimenti per migliorare l’approvvigionamento idrico, le fognature e la depurazione delle acque usate; le modificazioni ecologiche delle strutture produttive agricole e industriali con speciale riferimento al trattamento e riciclo dei rifiuti; le azioni per la difesa del suolo e il contrasto a frane e alluvioni.[/showhide]

Sulla complessità demografica. Scenari per il nostro paese
Carolina Facioni, ISTAT – AIQUAV
[showhide type=”2″ more_text=”Leggi l’abstract” less_text=”Nascondi l’abstract” hidden=”yes”]Come mi ha detto una volta Eleonora Barbieri Masini, decana dei Futures Studies, la situazione demografica è la prima cosa che occorre conoscere, se si vuole intervenire positivamente in un contesto territoriale (e socio-culturale). L’esperienza dell’incontro, nel 2016, con quattro grandi demografi italiani (Egidi, Golini, Rosina, Strozza) per il numero di Futuri dedicato alle emergenze demografiche, mi ha fatto comprendere quanto tale affermazione fosse fondata. Chi si occupa di previsione sociale si trova a guardare ai fenomeni demografici, di solito analizzati molto settorialmente dagli specialisti (invecchiamento della popolazione, migrazione, etc.) in un approccio dinamico e, ove possibile, sistemico. Per le sue specificità demografiche, in questo delicato frangente storico, l’Italia è, senza dubbio, un contesto che offre ineguagliabili spunti di riflessione per un discorso sugli scenari relativi al benessere. Un benessere da non dare per scontato, considerando alcune criticità.[/showhide]

I vincoli della crescita inclusiva
Leonardo Salvemini, Università degli Studi di Milano

Conflitti finanziari ed evoluzione delle tecnologie del lavoro
Silvano Cacciari, Università di Firenze

[showhide type=”3″ more_text=”Leggi l’abstract” less_text=”Nascondi l’abstract” hidden=”yes”]I mercati finanziari non vanno pensati come un terreno dove si forniscono solo beni e servizi. Sono attraversati da profondi, permanenti conflitti interni. Una natura conflittuale che si riversa sugli scenari di finanziamento delle tecnologie del lavoro. In modo così chiaro da far delineare dei modelli di pensabilità futura. Su quali tecnologie, quale mercato, quali figure del lavoro ci aspettano in scenari dove il soggetto che occupa il piano della finanza si riproduce nella forma del conflitto.[/showhide]

L’impatto della tecnologia
Carlo Vaccari, ISTAT
[showhide type=”4″ more_text=”Leggi l’abstract” less_text=”Nascondi l’abstract” hidden=”yes”]I dati provenienti da organizzazioni internazionali (ITU) ed europee (DESI) evidenziano il ritardo italiano nell’utilizzo di computer e Internet. Questo ritardo è più grave per la parte di popolazione tradizionalmente considerata debole (Sud, donne, anziani). Il ritardo gravissimo blocca lo sviluppo italiano. Le soluzioni possibili: un forte investimento pubblico in infrastrutture, ma soprattutto un investimento in formazione duraturo e che coinvolga la scuola e le realtà del volontariato.[/showhide]

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Pausa lavori 12.30-14.00

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Ore 14.00

Seconda sessione: La qualità della vita nel prossimo futuro
Modera: Filomena Maggino, AIQUAV

Il lavoro nell’Italia di domani
Valentina Prisco, Università di Napoli Federico II
[showhide type=”8″ more_text=”Leggi l’abstract” less_text=”Nascondi l’abstract” hidden=”yes”]Le grandi innovazioni tecnologiche – robotica, intelligenza artificiale, World Wide Web, stampanti 3D – hanno travolto l’Occidente industrializzato incidendo e trasformando profondamente il concetto di lavoro, la sua organizzazione e i suoi luoghi di svolgimento. A cambiare è anche il ruolo del lavoratore all’interno dei processi produttivi, sempre più automatizzati e governati dalla digitalizzazione. Coloro che non sono in grado di essere al passo con i tempi rischiano di rimanere indietro rendendo non più procrastinabile una modifica repentina delle regole del mercato del lavoro e delle politiche fiscali. Ciò che però sembra fuori dubbio è che i cambiamenti tecnologici influiranno sempre di più sulle condizioni e sui contenuti dell’attività lavorativa propri del “secolo del lavoro”, e più in generale, sulle nostre vite, modificandole radicalmente e richiedendo pertanto un ripensamento e una revisione profonda dei nostri sistemi sociali e delle reti di sicurezza sociale al fine di sostenere questi mutamenti globali e trasformarli in un miglioramento positivo per il nostro modo di vivere e lavorare.
Ai fini della riflessione, si prenderanno in considerazione i più autorevoli contributi in materia (Keynes, Schumpeter, Rifkin, Accornero, De Masi), gli studi condotti dalla Oxford Martin School contenuti nel report del 2015 e le più recenti proposte provenienti dalle istituzioni italiane (es. ddl Mosca) ed europee (Commissione Europea e Parlamento Europeo).[/showhide]

Rilettura di un’esperienza di ricerca in chiave di nuove convivenze possibili
Serenella Stasi, Università di Roma Tor Vergata
[showhide type=”5″ more_text=”Leggi l’abstract” less_text=”Nascondi l’abstract” hidden=”yes”]Difesa del territorio, lotta contro la finanza globale e resistenza del soggetto sono per Touraine (2012) il nuovo oggetto del contendere. Secondo Khanna (2016) il conflitto sociale e le nuove povertà/marginalità si addenseranno sulla gestione delle supply chain e della connettività degenerando in una lotta tra comunità locali e gestione globale. Nell’intervento si cercherà attraverso lo studio di due conflitti (Gamonal Burgos, Falcognana Roma) di comprendere: le nuove linee di lettura dei conflitti sociali attraverso «la teoria di Touraine e Prestipino volta alla spiegazione dei fatti sociali» riletta «alla luce di interpretazioni di autori quali Bauman, Beck e Giddens» (Delle Donne 2016); come dal radicamento(Weil 1945) e dal rispetto della specificità/vocazione dei luoghi possa attuarsi un sistema di integrazione e sviluppo sostenibile (Becattini 2015) ed una “globalizzazione democratica” (Khanna 2016).[/showhide]

Metropoli 2030. La restituzione dell’opacità
Daniele Vazquez, Gruppo di ricerca Luoghi Singolari
[showhide type=”6″ more_text=”Leggi l’abstract” less_text=”Nascondi l’abstract” hidden=”yes”]Occorre decostruire la banalità contemporanea, prodotta dal suicidio di massa della privacy digitale e non solo, per cui tutto ciò che è opaco sia offensivo verso il prossimo. Coloro che si offendono davanti all’opaco, si offendono per troppa malizia, come se rendersi opachi implicasse sempre voler nascondere qualcosa di sé. Coloro che si offendono se ci si rende opachi, si offendono spesso perché gli è tolto il piacere di poter valutare quantitativamente: c’entra poco il controllo o la prevenzione del crimine. L’opacità è un momento necessario al proprio raccoglimento,  un momento in cui recuperarsi dalla spaesatezza della specie umana e ritrovare le corrispondenze tra soggettività e vita. Con la scusa  che tutto ciò che è opaco sia qualcosa di offensivo per la società  si sono sottratti all’uomo i luoghi e i momenti in cui gli è possibile massimamente essere presso se stesso. Nelle metropoli del futuro l’opacità costituirà di nuovo un momento basilare per il ripristino necessario del benessere individuale e collettivo, necessario all’uomo come l’acqua, il cibo, il sole, un tetto e l’amore. Le condizioni attuali di trasparenza si stanno generalizzando a tutto il globo, accolte con leggerezza se non con entusiasmo dalla maggioranza della popolazione. Sono molti coloro che si trovano a proprio agio nella trasparenza raggiunta e non vorrebbe rinunciarci, anche perché con il rinunciarci sembrerebbe dover rinunciare alle forme stesse della sociabilità umana. Ma non dubitiamo che quando la trasparenza sarà completata e sarà completata, essa si mostrerà come un tipo nuovo di inquinamento e si tornerà a cercare luoghi dove potersi raccogliere nell’opacità, diverrà un momento misurabile della qualità della vita, mentre tali luoghi saranno già un lusso da tempo acquistabili dalla classe agiata.[/showhide]

I mutamenti nei comportamenti alimentari
Paolo Corvo, Università delle Scienze Gastronomiche
[showhide type=”7″ more_text=”Leggi l’abstract” less_text=”Nascondi l’abstract” hidden=”yes”]Le scelte di consumo legate al cibo hanno subito in questi ultimi anni profonde trasformazioni, legate alle controverse dinamiche della globalizzazione e ai processi di individualizzazione della società. E’ indubbio che la gastronomia rappresenta una dimensione sempre più importante e significativa della vita sociale, che influenza a sua volta altri aspetti del contesto culturale ed economico, nell’ottica di una società del loisir.
Analizzando i fenomeni legati all’alimentazione ci pare di riscontrare alcune antinomie particolarmente significative, che rendono complessa e problematica la definizione delle prospettive future. Le nostre considerazioni si pongono l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sugli aspetti più controversi, per delineare scenari alternativi che facciano realmente del cibo un’occasione di benessere per ogni individuo e per ogni popolo.
La crescente attenzione per tutto ciò che riguarda il cibo non è suffragata da un’adeguata importanza attribuita ai prodotti alimentari nella spesa quotidiana delle famiglie. Nei Paesi occidentali negli ultimi 25 anni la percentuale di spesa gastronomica si è più che dimezzata: attualmente in Gran Bretagna si spende per l’alimentazione solo il 9,1% della spesa mensile complessiva, in Canada il 9,6%, in Australia il 10,2%, in Germania il 10,9%, negli Usa l’11%, in Francia il 13,2%, in Italia il 14,2%.
Al grande successo delle scuole di cucina si accompagna una minore propensione a cucinare, soprattutto delle giovani generazioni: buona parte delle persone consuma il pranzo fuori casa, sia per la mancata trasmissione del sapere gastronomico tra le generazioni. Si perdono così ricette tipiche, tradizioni locali, utilizzo di determinati alimenti, che rappresentano un patrimonio culturale inestimabile. Anche a cena si ha poco tempo per cucinare e spesso si opta per l’happy hour, l’acquisto di cibo precotto, i surgelati, il cibo in scatola, la pizza d’asporto.
Un’altra caratteristica culturale del nostro tempo è il rapporto complesso tra globale e locale,che può trovare una composizione solo con un approccio glocal, che contempli le istanze territoriali all’interno delle dinamiche globali. Nel cibo questa si declina in un’apparente antinomia tra la diffusione del cibo multiculturale, dovuta alla presenza sul territorio di numerose etnie provenienti dai cinque continenti, e la rivalorizzazione dei prodotti tipici locali.
Si è in presenza di una progressiva multietnicità gastronomica, che arricchisce l’offerta, sia da un punto di vista della pluralità dei piatti proposti, che dei differenti significati attribuiti alla modalità di consumo degli alimenti. Nello stesso tempo si diffonde sempre più l’interesse per i prodotti locali e le tradizioni culinarie del territorio, nel contesto di una più ampia riscoperta della memoria storica e del patrimonio materiale e immateriale di ogni singola località. Questo recupero dei valori gastronomici del territorio avviene, come abbiamo detto, anche in reazione all’omologazione indotta dal globalismo, ma, a differenza di altri fenomeni sociali e culturali, non si pone in contrapposizione alle tradizioni culinarie diverse dalle proprie.[/showhide]

Reti informali di aiuto e nuove prospettive per il welfare: un approccio di genere
Linda Laura Sabbadini, ISTAT

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Ore 16.00

Tavola rotonda conclusiva: Quali azioni alla luce degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030?
Modera: Roberto Paura, Italian Institute for the Future

  • Enrica Amaturo, Università degli studi di Napoli Federico II
  • Massimo Pica Ciamarra, architetto e urbanista
  • Donato Speroni, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile