Giovedì 6 luglio 2017, nella splendida cornice del Planetario della Città della Scienza di Napoli, è stato presentato il progetto OrbiTecture-SpaceHub, frutto di un lavoro di due anni da parte del Center for Near Space dell’Italian Institute for the Future. Si tratta di un concept basato su principi ingegneristici e architettonici rivoluzionari per una stazione spaziale di nuova generazione, uno “SpaceHub“, ossia un nodo d’interscambio nei viaggi Terra-Luna e Terra-Marte che si attendono nei prossimi decenni. Superando la concezione tradizionale di assemblaggio di strutture spaziali in orbita (come la Stazione Spaziale Internazionale), OrbiTecture intende promuovere un dibattito sulla possibilità di individuare metodologie innovative e tecnica fattibili per costruire habitat umani nel Quarto Ambiente, lo Spazio, confortevoli non solo per gli astronauti ma anche per i futuri turisti spaziali.
Alla base c’è l’idea, condivisa dal Center for Near Space, che negli anni 2060-2070, a circa cento anni dall’inizio dell’Era Spaziale e dal primo passo dell’Uomo sulla Luna, le missioni scientifiche su Marte saranno di routine e che, per quella data, lo spazio cis-lunare ospiterà una comunità di un migliaio di persone con un traffico di 100.000 passaggi all’anno per voli di trasferimento tra la Terra e i vari punti di questa città cislunare (orbita terrestre, orbita lunare, punti lagrangiani, suolo lunare). Lo sviluppo di questi nuovi insediamenti umani nel Quarto Ambiente richiederà non solo più elevati standard tecnici e funzionali, ma anche una qualità di vita a bordo paragonabile a quella disponibile sulla Terra. Il design dei sistemi spaziali assumerà pertanto un ruolo ben più rilevante di quanto non sia stato fino a oggi, e il Made in Italy potrà trovare nuovi spazi di espressione; in tale direzione potrà svilupparsi da subito una nuova disciplina in cui confluiranno conoscenze e competenze di carattere ingegneristico, architettonico, ergonomico, fisiologico, ambientale.
Questa disciplina è stata battezzata OrbiTecture, termine coniato dalla contrazione di Orbital Architecture, con l’intento di coniugare la ricerca architettonica e la tecnologia spaziale – sia quella già disponibile che quella prevedibile per il futuro prossimo – per lo sviluppo di progetti rivolti alla fase più a lungo termine della nuova space economy. Ed è stata applicata dal Center for Near Space allo studio di un concept “planetomorfico” per uno SpaceHub, un nodo spaziale realizzabile nel volgere di una-due generazioni al servizio dell’ecosistema geo-lunare. Un progetto fondato su princìpi radicalmente innovativi rispetto a quelli su cui si basano le attuali infrastrutture spaziali.
La proposta per il futuro SpaceHub è frutto del gruppo di lavoro promosso nel 2015 dal Center for Near Space che ha aggregato via via diversi contribuiti; i principali artefici sono:
- Coordinamento e Comitato di Redazione: Massimo Pica Ciamarra, Gennaro Russo, Vincenzo Torre,
con la collaborazione di Roberto Paura - Evoluzione Storica e Visioni Futuristiche: Vincenzo Torre
- Architettura: Guido De Martino, Massimo Pica Ciamarra
- Sistemi e Tecnologie Spaziali: Mattia Barbarossa, Alessandro Concas, Altea Nemolato, Dario Pisanti, Gennaro Russo, Valentino Scalera
- Materiali, Strutture e Processi di Fabbricazione: Gennaro Russo, Vincenzo Torre
- Botanica e Coltivazioni Spaziali: Stefania De Pascale
- Psicologia e Scienze Umane: Caterina Arcidiacono, Aurora Martina Russo
- Virtualizzazione e animazione: Roberto Chiaiese, Luca Mastroianni
Un ringraziamento particolare va ai tanti professionisti, specialisti e liberi pensatori con i quali sono state intrattenute discussioni e confronti, che hanno fornito stimolanti suggerimenti spesso con senso critico. Tra questi, in particolare, Daniela Billi, Giacomo Cao, Mario Coppola, Gianluca Corrias, Antonio Del Vecchio, Francesca Esposito, Gabriele Falco, Enrico Ferrone, Roberto Gardi, Giuseppe Maglio, Raimondo Mancinelli, Giampiero Martuscielli, Ciro Melcarne, Camillo Richiello, Vincenzo Roca, Raffaele Savino, Ernesto Vallerani, Gianmarco Valletta, Daniele Vangone, Paolo Vernillo.
Sono ora disponibili i documenti del progetto, in particolare il Report tecnico accompagnato da una relazione illustrativa, e il numero speciale della rivista internazionale d’architettura Le Carré Bleu (in francese, inglese e italiani) dedicato a OrbiTecture.
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